Addio a Giulia Crespi, una donna oltre il tempo, madrina dell’agricoltura biodinamica.
Giulia
Maria Crespi è deceduta all’età di 97 anni. Una donna illuminata, fuori dagli
schemi. E potente. Di lei si sottolinea il ruolo determinante che ebbe per
l’ambiente e per la bellezza. Fondatrice del Fai Fondo Ambiente Italiano. Attiva e concreta si fece paladina per
la difesa del paesaggio italiano e di
tanti beni che rischiavano di deperire per sempre.
Ci piace ricordare qui la sua grinta nel valorizzare e promuovere
l’agricoltura biodinamica in cui credeva fortemente, non solo era la miglior
testimonial per l’agricoltura che basa le proprie tecniche agricole
sull’antroposofia di Rudolf Steiner.
Come Steiner, Giulia Crespi riteneva che
tutto ciò che esiste sulla Terra non è fatto solamente di materia, ma anche di
un elemento spirituale che fluisce dal cosmo.
“Nella conduzione dei terreni e degli
allevamenti è necessario- diceva perentoriamente- mantenere l’equilibrio attraverso
l’impulso delle forze cosmiche. La qualità degli alimenti dipende dalla
fertilità e dalla sanità della terra che si coltiva, se si concima con nitrati
e altre sostanze di sintesi, il terreno perde fertilità e si ammala. “
La signora Crespi lo affermava con
forza, raccontando apertamente che proprio grazie alla sua “conversione
filosofica” e al cambiamento dell’alimentazione con la scelta del cibo
rispettoso della terra dell’acqua e in equilibrio delle forze cosmiche, era guarita
da un brutto tumore.
Come tutti coloro che accoglievano la
sua esperienza rimasi colpita dalle parole che espresse proprio nell’azienda biodinamica “Zelata” a
Bereguardo, un’ oasi alle porte di Milano che lei aveva creato. Non solo
impresa agricola, ma proprio perché era una persona che sapeva guardare avanti,
era il cuore culturale e formativo
La Zelata era un’azienda in perfetto
e naturale equilibrio a ciclo chiuso.
Rimasi incantata dalla “tempra” di questa donna e dal suo spirito, fattivo e
concreto, così moderno.
Era lei l’avanguardia di tutto il
movimento culturale che ha dato un impulso straordinario a tutto il settore
bio.
L’azienda che la signora Crespi
dirigeva con piglio perentorio, ora “Cascine Orsine”, è situata, con i suoi 650
ettari, nel Parco del Ticino, tra Bereguardo ed il fiume. Di questi, 350 sono
coltivati, mentre la fascia lungo il Ticino è stata mantenuta a bosco e a
lanche, oasi di rifugio di molte specie animali. L’impronta è indelebile.
Luana Spernanzoni
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