FORNAIO SI DIVENTA, NON SI NASCE La storia di Mirko panettiere artista nel cuore dei Sibillini...che lascia il diploma di ragioniere nel cassetto

 di Luana Spernanzoni

Ci sono delle belle storie di pane. Storie interessanti e non banali.

Come la storia di Mirko che per caso è diventato un “fornaio artista”. Più artista o più fornaio?

Cominciamo dall’inizio. Lo scopriamo sul social Istagram dove ogni giorno pubblica una foto delle sue pagnotte che sono vere e proprie opere d’arte. Pani bellissimi, talvolta dalla forma particolare, a volte sono i semini che fanno un gioco artistico, oppure le farine di cereali diversi danno al pane un motivo estetico, un melange di colori che sorprende.

Istagram è un mondo senza confini, world wide, si direbbe. Seguendo le pagnotte incantevoli scopriamo che l’artista è un giovane fornaio del piccolo Comune di Amandola (FM) tra i Monti Sibillini, le montagne incantevoli delle Marche. Il piccolo borgo ha ottenuto la Bandiera Arancione del Touring Club perché il paesaggio è semplicemente magnifico e per le bellezze storico culturali. Sarà per questo che la bellezza genera genius loci, anime particolari e sensibili che si lasciano contaminare.

Così Mirko Marini che oggi ha 35 anni, terminati gli studi da tecnico commerciale, si guarda intorno in cerca di lavoro da ragioniere o, almeno all’inizio, un impiego per il quale ha studiato. Piuttosto che stare con le mani in mano, intanto accetta di fare l’aiutante nel forno del paese.  All’inizio le mansioni sono semplici e di fatica e la sveglia squilla sempre prima dell’alba.

Ma la farina lo affascina e lo appassiona, sempre più. I lieviti sono un’alchimia, la pasta madre si svela sotto le sue mani e sprigiona energia viva, da scoprire e rinnovare ogni giorno.  Mirko non cerca più di seguire la via segnata dagli studi.

Acquisisce competenze e diventa “un vero e proprio fornaio”, come dice di sé stesso. “Ho iniziato a fare questo lavoro giusto per guadagnarmi un po’ di soldi, non era assolutamente mia intenzione farlo diventare la mia professione invece, anno dopo anno la mia passione è aumentata sempre di più e, nonostante siano passati 16 anni e la sveglia suona sempre molto presto, sono felice ogni giorno di alzarmi per andare a lavorare”.

Ma c’è un’energia che prende il sopravvento e fa superare la fatica e gli ostacoli. Si chiama passione.

A tavola i consumatori apprezzano sempre più il pane preparato con materie prime selezionate. La riscoperta dei grani antichi e del lievito madre non è solo una moda è una tendenza  di mercato.

Trend che appassionano il panettiere di Amandola che si dedica alla formazione e alla crescita professionale per seguire le esigenze dei clienti e approfondire i temi delle fermentazioni spontanee l’uso diversificato dei cereali nell’impasto.

 “Partire da tre ingredienti base (acqua, farina, lievito) per “creare qualcosa”, formare l’impasto, farlo riposare, vederlo lievitare poi crescere nel forno e infine sfornarlo, per me è qualcosa di meraviglioso.

In questi anni ho iniziato a vedere il pane con un occhio diverso, non solo come del semplice cibo che deve essere buono, ma come un alimento che possa essere bello. La mia idea è quella di ridare importanza al pane ecco allora che ogni giorno cerco di dargli nuove forme o facendoci disegni diversi. Perché lasciarlo tristemente affettato in un sacchetto quando invece, fatto con una forma particolare, potrebbe stare al centro della tavola? Basta un po’ di fantasia per trasformare un semplice sfilatino in qualcosa di più.”

Così il pane ad Amandola non solo è buono, è un’opera d’arte fresca e dal buon profumo.




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