La via della ripresa agricola è bio, le Marche scommettono sul “Distretto unico del biologico”
di Luana Spernanzoni
Le Marche, tra le prime regioni d’Italia a dotarsi della legge per riconoscere e regolamentare l’agricoltura biologica (Legge n. 57/1990 “Norme per l’agricoltura biologica”), puntano ora al ”Distretto unico del biologico”.
E la proposta
si allarga anche ai prodotti locali certificati, per creare zone omogenee dove
fare formazione, promozione e aggregazione, mettendo insieme la filiera produttiva,
dalla vendita e alla somministrazione.
Alta la concentrazione
di negozi e ristoranti che propongono articoli e alimenti biologici (seconda
regione d’Italia con, rispettivamente, 45,9 e 24,3 attività per milione di
abitanti) e con oltre il 22% di incidenza rispetto alla superficie agricola, la
regione si piazza al di sopra della media italiana (15%) e della media europea
(8,5%).
“In un periodo di così profonda
incertezza, afferma Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Marche - la
scelta alimentare orientata verso principi inconfutabili quali la
territorialità e la sostenibilità, ha rappresentato un punto fermo per i
cittadini della nostra regione”.
Il carrello della spesa “green” ha
generato, secondo l’Osservatorio Nielsen, oltre 9,1 miliardi di euro di vendite
e, in 12 mesi, ha messo a segno una crescita di +5,5% del valore.
Ecco dunque da dove ripartire per difendere
l’economia, la Terra, il clima, la salute dei cittadini.
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