La via della ripresa agricola è bio, le Marche scommettono sul “Distretto unico del biologico”


 di Luana Spernanzoni

Le Marche, tra le prime regioni d’Italia a dotarsi della legge per riconoscere e regolamentare l’agricoltura biologica (Legge n. 57/1990 “Norme per l’agricoltura biologica”), puntano ora al ”Distretto unico del biologico”.

 L’obiettivo è creare aggregazione e qualificare le produzioni bio per proporle nel mondo e far crescere il territorio. Non solo, con ambizione e con una strategia mirata, le Marche puntano ad affermarsi primo “distretto bio d’Europa”.

 In tal senso, a dimostrazione di quanto ci creda, la Regione ha già stanziato 100 mila euro.

E la proposta si allarga anche ai prodotti locali certificati, per creare zone omogenee dove fare formazione, promozione e aggregazione, mettendo insieme la filiera produttiva, dalla vendita e alla somministrazione.

 I numeri ci sono. Con 104mila ettari e oltre 4mila operatori, le Marche sono una delle regioni di punta dell’agricoltura green e certificata.

Alta la concentrazione di negozi e ristoranti che propongono articoli e alimenti biologici (seconda regione d’Italia con, rispettivamente, 45,9 e 24,3 attività per milione di abitanti) e con oltre il 22% di incidenza rispetto alla superficie agricola, la regione si piazza al di sopra della media italiana (15%) e della media europea (8,5%).

 A spingere il bio sono anche i consumi che durante la pandemia Covid hanno avuto un incremento, non solo dei prodotti alimentari in genere, ma ancor di più la scelta degli acquisti è stata attenta alla qualità e alla sostenibilità.

 Il trend (dati Nielsen) mette in luce un aumento delle vendite di prodotti biologici nella grande distribuzione (19.6%), con picchi nei discount (+23.7%) e nei piccoli supermercati di quartiere: +26.2% registrata a marzo in piena diffusione del contagio da Coronavirus.

“In un periodo di così profonda incertezza, afferma Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Marche - la scelta alimentare orientata verso principi inconfutabili quali la territorialità e la sostenibilità, ha rappresentato un punto fermo per i cittadini della nostra regione”.

Il carrello della spesa “green” ha generato, secondo l’Osservatorio Nielsen, oltre 9,1 miliardi di euro di vendite e, in 12 mesi, ha messo a segno una crescita di +5,5% del valore.

Ecco dunque da dove ripartire per difendere l’economia, la Terra, il clima, la salute dei cittadini.

 


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