TORNA A NUOVA VITA UN FORNO DI COMUNITA' SUI MONTI AZZURRI E VIVACIZZA IL BORGO DI LORO PICENO (MC)



di Luana Spernanzoni 

 Foto Giorgio Tassi

Il fascino contagioso dei borghi. Una giovane famiglia restaura il forno del paese e rivitalizza la comunità

Le aree interne del Paese hanno un fascino in grado di attrarre e incantare, ma anche condizioni di vita che fanno fuggire. Non c’era ancora l’epidemia da Covid 19 quando Ilaria e Raffaele scelgono di lasciare i rispettivi incarichi lavorativi per ri-costruire la vita insieme nelle “aree interne” del Paese. 

Ilaria e Raffaele raccontano: “insieme abbiamo deciso di contribuire alla rivitalizzazione di un piccolo borgo dell’Italia interna. Riempiendo il nostro zaino di esperienze legate al mondo dell’economia solidale, della promozione sociale, unite alla poesia dell’artigianato, alle erbe e allo scambio di saperi fatti con le mani”.

È a Loro Piceno (Mc) che in qualche modo “sentono” che nelle campagne scomode e pendenti c’è più biodiversità e decidono di fermarsi lì.

È lì che immaginano di costruire il loro futuro, in modo integrato e rispettoso dell’ambiente, con un’economia circolare. Così prendono in affitto terreni collinari per coltivare il grano e farro e anche l’antica panetteria del borgo. Il forno “di comunità” chiuso da anni che un tempo sfornava il pane e cuoceva le “teglie” di arrosti familiari.

Torna così a nuova vita, grazie ai lavori di restauro realizzati dalla coppia, un luogo di incontri e relazioni, non solo di acquisto.

Le iniziative sono molteplici e complementari l’una all’altra. Ilaria si occuperà dei laboratori didattici per bambini, si realizzano pannelli trasparenti che consentono alle classi scolastiche di vedere dal vivo e in sicurezza fare il pane.

Tanti i cantieri che prendono il via con il nome che danno alla attività, “Terra Prospera”, un auspicio, una certezza. Senza chiedere finanziamenti pubblici, senza attivare il Piano di Sviluppo Rurale, i fondi europei che sostengono l’agricoltura, per dimostrare che un modello di economia circolare si può realizzare, che i giovani possono fare attività rispettose della natura, dei luoghi e dell’uomo.

Ma il terremoto del 2016 fa crollare case e sogni. I borghi si spopolano, la gente si trasferisce lungo la costa.

Ilaria e Lele vengono ospitati in un’altra abitazione, ma non demordono e in breve, se pur con tante difficoltà, rimettono in piedi i loro progetti, adattandoli.

Nel frattempo la maglia delle relazioni solidali si allarga e, sebbene siano del Piemonte lei e di Como lui, anche i marchigiani, gente ombrosa e diffidente in principio, si dimostra poi dal cuore grande e si apre in una rete fatta di affetto solidale, senza riserve.

Poi è arrivata l’epidemia da Covid 19, e di nuovo vengono stravolti i programmi e le tante attività che “Terra Prospera” stava intraprendendo.

Solo il pane esce dal forno il mercoledì e la gente si ritrova nella piazzetta sotto l’antico castello di Brunforte per mangiare una crescia al sole e scambiarsi in sicurezza due parole.

Questo è il tempo per progettare il futuro e scrivere nel quadernino delle idee cosa faremo quando potremo tornare alla normalità” affermano con certezza i giovani coniugi, questo è il momento, come dice Raffaele che “bisogna avere visione, guardare oltre”.

Intanto curano i dettagli sperimentano, studiano. “Tanto la pandemia passerà”.



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