Agricoltura post Covid, vincono chilometro zero, filiera corta e turismo in campagna



Il Coronavirus, ha cambiato e non poco il carrello della spesa alimentare.

Gli italiani, chiusi in casa dal lockdown, si sono concentrati su prodotti made in Italy e di provenienza locale: il 28% dei responsabili degli acquisti ha dichiarato che durante il lockdown ha iniziato ad acquistare prodotti provenienti da filiere corte. In primo piano, durante l’emergenza, anche la sostenibilità dei prodotti, sulla quale si basa il 20% delle scelte di acquisto (il 12% è invece legato a un packaging sostenibile), lo rivela un recente studio dell’Osservatorio Nomisma – Crif.

Non solo, l’agricoltura e di tutto il comparto agrituristico e alimentare possono in questa fase assumere un ruolo tutt’altro che marginale.
Dato che le destinazioni saranno mete vicine a casa e, possibilmente, poco affollate. Saranno in pole position , oltre ai borghi che costellano il territorio italiano e una modalità di esplorazione che segue i principi del turismo lento, gli agriturismo.
Il settore in cui l'Italia è leader mondiale con 24 mila strutture agrituristiche diffuse lungo tutta la Penisola in grado di offrire 253 mila posti letto e quasi 442 mila posti a tavola deserti per un totale di 14 milioni di presenze lo scorso anno, secondo le ultime elaborazioni Coldiretti su dati Istat,  e che nella fase 2 e forse 3,
può svolgere il ruolo di locomotiva per il turismo di prossimità.


Nelle Marche gli agriturismi hanno riaperto in battenti il 18 maggio u.s., 

la Regione prima in Italia si é dotata di protocolli di sicurezza sanitaria per la riapertura https://www.regione.marche.it/Regione-Utile/Salute/Coronavirus#Protocolli-riaperture-fase-2

Il settore agrituristico sarà dunque decisivo per ridare vigore e prospettiva anche a tutta la filiera agroalimentare del territorio e dei prodotti di qualità a filiera corta.

L’estate 2020, non sarà come le altre. Vedrà quali esclusivamente turisti “di prossimità”.
Se gli italiani saranno economicamente in condizione di concedersi una vacanza e la pandemia domata, potrebbero quasi salvare il settore turistico. Nel 2019, su 430 milioni di pernottamenti, 220 erano di cittadini tricolori, dunque più della metà.
Niente è facile in questa fase, ma l’agricoltura e l’ambiente inteso come aree protette e parchi, la bellezza del territorio, il paesaggio, i piccoli borghi …hanno più chance di altri settori messi in ginocchio dal Coronavirus.

Luana Spernanzoni
Presidente ARGA Marche

Pievebovigliana (MC), campagna 

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