LA FILIERA BIOLOGICA MARCHIGIANA COMINCIA DAL SEME

 


Lo sanno bene i produttori biologici, non è facile trovare le sementi certificate e dunque si ricorre all’uso di seme non bio, purché non sia conciato con prodotti di sintesi chimica, in deroga a quanto previsto dal regolamento comunitario per l’agricoltura biologica.

 

Le Marche BIO hanno raggiunto ben 100.000 ettari nel 2019 e rappresentano il 22% della SAU totale regionale, circa l’80% di queste superfici sono destinate alle semine di colture erbacee.

 

Per risolvere questa criticità, il Consorzio Marche Biologiche, grazie al Progetto Integrato di Filiera Agroalimentare, promosso nell’ambito del PSR Marche 2014/2020, sta da anni lavorando con l’obiettivo di permettere alle circa 500 aziende agricole biologiche aderenti, di poter utilizzare esclusivamente sementa biologica.

 

È stata fondamentale – spiega Francesco Torriani, Presidente del Consorzio Marche Biologiche - la programmazione del fabbisogno di seme tra produttori, cooperative e ditte sementire. Le aziende agricole biologiche, prosegue Torriani, all’atto dell’adesione alla filiera sottoscrivono un impegno di coltivazione pluriennale che permette al Consorzio, per il tramite delle cooperative socie, di prevedere e pianificare il fabbisogno di seme con un arco temporale pluriennale, che va dai 3 ai 5 anni. Questo è un periodo congruo per permettere alle aziende di produrre la semente biologica necessaria”, conclude.

 

Da qui il Consorzio Marche Biologiche ha messo in atto una serie di seminari formativi per la programmazione delle semine programmati nel territorio regionale prima delle semine autunno-vernine e  a gennaio/febbraio, prima delle semine primaverili.

 

Grazie a questa intensa attività - spiega il Presidente Torriani - le aziende agricole biologiche marchigiane hanno potuto utilizzare per le loro semine in gran parte seme biologico. In particolare – prosegue Torriani - per il grano duro le varietà biologiche disponibili sono state almeno cinque: Antalis, Rangodur, Achille, Santo Graal e Cappelli, mentre per il grano tenero la varietà biologica disponibile è stata il Bologna. Biologiche anche la semente di farro, grano turanico e le varietà di favino bianco e pisello proteico destinate alla mangimistica biologica” - conclude il Presidente.

 

 


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